Da una alimentazione sostenibile alla cura di una agricoltura sostenibile



I comportamenti che adottiamo tutti i giorni, legati all’alimentazione, sono importanti per ridurre il nostro impatto ambientale e contribuire alla salute del pianeta e al nostro benessere: operare quotidianamente piccole scelte consapevoli può tradursi non solo in un aumento della nostra qualità di vita, ma anche in benefici consistenti per l’ecosistema e la biodiversità
Viviamo in un mondo pieno di contraddizioni, sette miliardi di esseri umani su di un pianeta che offre risorse limitate. Un miliardo di persone ancora soffrono la fame e rischiano di morire per carenza di cibo, mentre un miliardo e duecento milioni sono obese o in sovrappeso, assediate da malattie dovute ad un consumo eccessivo. Modificare la nostra dieta è non solo giusto ma necessario, se vogliamo vivere in salute, in un mondo meno inquinato, nel rispetto dell’ambiente, garantendo a tutti un’alimentazione adeguata. 



Garantire a tutti un cibo nutriente nel pieno rispetto dell’ambiente è una delle sfide più grandi per il futuro. Nel prossimo futuro il rapporto dell’uomo con l’alimentazione potrà assumere forme diverse e assai difficili da prevedere. Ecco quindi l’ importanza del  tema della sostenibilità alimentare che promuove un’attenta selezione dei cibi da portare in tavola, nel pieno rispetto della stagionalità dei prodotti e adottando una dieta che faccia bene a noi e all’ambiente, soprattutto la consapevolezza da parte dei consumatori dell’impatto delle loro scelte in materia di cibo sul mondo che li circonda, la maggiore sensibilità in merito all'emergenza prodotta dal mutamento climatico, unita alla convinzione che un cambiamento nelle nostre abitudini deve avvenire ora. 

Le ultime ricerche hanno evidenziato come la maggior parte dei cittadini europei sia preoccupata dicome e dove venga prodotto il cibo che arriva sulle loro tavole e in che modo questo possa influire sulla loro salute e su quella del pianeta. Il 35% degli italiani dimostra interesse verso ingredienti più sostenibili, di accettare anche un prezzo più elevato per ingredienti che garantiscono più valori nutrizionali, in ottica di rispetto dell’ambiente, della forza lavoro e della salute. Quindi è  la qualità del cibo  che viene messa al primo posto.  
Si evince anche una vera e propria tendenza a combattere lo spreco alimentare a cui tutti i consumatori possono contribuire con piccoli gesti quotidiani: ottimizzare l’utilizzo di energia, ridurre l’impatto del packaging cucinando piatti in casa piuttosto che acquistarli pronti, assicurarsi della provenienza degli ingredienti, sceglierli stagionali e in generale diversificarne l’utilizzo per evitare che vengano prodotti intensivamente. 
Ecco che  tra le realtà produttive Italiane , il gruppoSENZA, gruppo di aziende agricole Italiane, produttrici di eccellenze biologiche, ha come mission proprio quello di realizzare un’economia Diversa. Prodotti agroalimentari naturali e biologici, coltivati con cura, raccolti al momento giusto e trasformati artigianalmente SENZA aggiunta di sostanze inutili e dannose, nel rispetto del habitat naturale e della valorizzazione del territorio. 

Nasce quindi l’esigenza di aderire, sempre di più, a quei consigli e quelle osservazioni riportate nelle linee guida indicate dalla FAO per una “ dieta sostenibile”: 
1) Frutta e verdura. Oltre a indicare gli ortaggi e la frutta da preferire nelle diverse stagioni (per esempio, le fragole in primavera e le castagne in autunno), si ricorda che i prodotti in vendita in stagioni diverse da quelle classiche arrivano spesso da paesi lontani, e che questo ha un impatto non trascurabile a causa del trasporto. Sono comunque riconoscibili perché in etichetta è riportato il luogo d’origine.
2) Carne: è necessario ridurne il consumo fino a una-due porzioni a settimana. Bisognerebbe poi scegliere carne biologica o comunque proveniente da allevamenti che si conoscono, anche attraverso i gruppi di acquisto solidale o GAS. 
3) Uova. Sempre meglio preferire le uova biologiche di galline allevate all’aperto. Per riconoscerle basta osservare il primo numero del codice alfanumerico sul guscio: è uno zero. 
4) Latticini. Ogni settimana bisognerebbe consumare non più 600 grammi tra latte e latticini, preferendo quelli provenienti da allevamenti ecologici nei quali, cioè, gli animali sono allevati all’aperto, senza sofferenze, e nutriti con residui agricoli e pascoli, senza uso di pesticidi, e nei quali il terreno non è stato sottratto alla produzione alimentare per fare posto alle monocolture di soia e mais.
5) Pesce. Bisogna preferire pesce pescato con metodi artigianali a quello allevato o pescato in maniera distruttiva, e leggere bene le etichette, che contengono tutte le informazioni necessarie su provenienza, specie, metodo di produzione e di pesca.
6) Sottocosto. Spesso in questa categoria rientrano alimenti ottenuti sfruttando il lavoro e usando massicce dosi di pesticidi, erbicidi e fertilizzanti: la qualità ha un prezzo.
7) Mode insostenibili. Avocado, banane, ananas e quinoa sono esempi di alimenti che vanno di moda ma che spesso si portano dietro storie di sfruttamento e di monocolture estensive devastanti. Meglio scegliere alternative altrettanto nutrienti e buone.
8) Proteine vegetali. Legumi, cereali e frutta secca contengono molte proteine che possono sostituire la carne: è opportuno conoscerli meglio. Se correttamente abbinati tra loro e inseriti nella dieta, permettono di avere un’alimentazione completa, equilibrata e sostenibile.
9) Confezioni. Per quanto possibile, è sempre meglio comprare cibo sfuso e portare la borsa adatta da casa, per ridurre il consumo di plastica.
10) Cibi processati. limita i cibi ultra-trasformati, che spesso hanno uno scarso valore nutrizionale e sono dannosi per l’ambiente per l’elevato livello di lavorazioni che richiedono. 
Quindi , l’equilibrio per una  dieta sana e bilanciata è spostato verso un approccio olistico all’alimentazione, proiettato  alla prevenzione, ad invecchiare in modo sano, alla sostenibilità e ad  abitudini alimentari sono sempre più personalizzate. 

Nel 2020 la ricerca di una dieta bilanciata con attenzione alla nostra salute mentale, fisica e emotiva è diventata un obiettivo primario degli europei e tra il 38% e il 43%. L’attenzione infine è tutta dedicata ad un’alimentazione vegetale. Il termine oggi più utilizzato è plant-based, ossia nella sua accezione corrente a prevalenza vegetale. Il termine racchiude tutte quelle persone che hanno cominciato ad orientare le abitudini alimentari verso il verde, riuscendo a limitare la carne magari una volta a settimana rispetto alle varie volte di prima, a ridurre gli insaccati, a mangiare pesce sostenibile e a non vietarsi, almeno per il momento, i prodotti di derivazione animale come i latticini e le uova purchè di provenienza sicura. E' una filosofia alimentare con al centro la tutela della biodiversità e la valorizzazione delle culture locali, delle tradizioni del territorio, è un orientamento consapevole che favorisce la produzione alimentare su piccola scala, familiare, senza passaggi industriali, al fine di preservare l’integrità degli ecosistemi. 
La dieta plant based cerca cibi meno raffinati, di produzione meno industriale possibile, più naturale possibile, predilige i cereali integrali, le verdure di fattoria. E' in sostanza più improntato alla provenienza degli alimenti e alle modalità di produzione. Riguarda in genere un consumatore attento e consapevole, le cui scelte sono influenzate da fattori come la tracciabilità dei circuiti di distribuzione. 
All'estero il plant based è persino nei food truck ed in Italia è rappresentato dalla grande popolarità acquisita dai farmer's market della Coldiretti, dai mercati contadini del territorio, dalle reti di mercato alternativo come i Gas, il Civic Food Networks (Cfn) o Alternative Food Networks (Afn). Ha avuto grande ribalta mediatica nei menù della stagione dei premi, dai Golden Globe agli Oscar perchè plant based era l'offerta food proposta alle star al posto delle consuete bisteccone americane. Una dieta a base vegetale è una dieta costituita principalmente (o interamente) da alimenti derivati ​​da piante, tra cui verdure, cereali, noci, semi, legumi e frutta e con pochi (o nessun) prodotto animale

Quindi un mondo green è possibile ed è anche l’opportunità per garantire alle generazione future un ambiente ed un ecosistema a “misura” di tutti.

A cura della Dott.ssa Francesca Finelli
Biologa Nutrizionista - Studio di Medicina Olistica Estetica e Nutrizione Clinica- Studio Avellino,Forino, Milano
Studio di Medicina Olistica Estetica e Nutrizione Clinica- Avellino.
Contatti: medfinelli@gmail.com
Instagram: https://www.instagram.com/studio_medicina_estetica/
Facebook: https://www.facebook.com/medicinaesteticaenutrizione
Canale Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCcd1wTEaekFVPaTcbH98sVg/feed



e del Dott. Sabino Genovese
Enologo, Sommelier, Perito Agrario
Instagram: https://www.instagram.com/sabino_genovese/
Facebook: https://www.facebook.com/Sabino1995


Commenti